Giovanni Spampinato, Lettera pubblicata dal mensile Dialogo, Ragusa, 12 febbraio 1967

“Balliamo lo shake ma continuiamo a pensarla come i nostri nonni”

“I Giovani Siciliani” 

“Desidero intervenire nel dibattito proposto dalla lettera “Sicilia amara”. La nostra Ragusa è in effetti una cittadina molto tranquilla, in cui non accadono delitti di alcun genere; anzi il suo carattere pacifico le ha meritato il poco lusinghiero appellativo di “provincia babba”. E’ una città dal livello di vita discreto, dove la parola “mafia” ha lo stesso valore che nel continente, ossia di un fenomeno lontano e sconosciuto. Ma da qui a pensare che Ragusa differisca di poco dalle laboriose e ridenti città del Nord Italia, ce ne corre! Ancora oggi da noi sono rari, e guardati con sospetto, i contatti tra i giovani dei due sessi. Ancora oggi moltissimi genitori non permettono alle figlie di frequentare regolarmente i loro coetanei. Ma, quel che più importa, è che molti di noi giovani, anche di noi studenti, rimaniamo fermi alla mentalità dei nostri nonni. Molti di noi si comporteranno con i propri figli, come i nostri genitori si sono comportati con noi, concedendo poca libertà e poca fiducia. Non basta ballare lo shake (ma poi dove sono i giovani ragusani vestiti da “beat”?) per rompere col passato. Non basta cantare le canzoni di protesta per dire “no”, alla tradizione. Occorre invece un maggior impegno da parte nostra, nel cercare di superare le assurdità di tale passato, senza nascondercele e senza illuderci che già vada abbastanza bene”.

Giovanni Spampinato –Via Cannezio 55- Ragusa

Segue questo commento della redazione:

            La sua lettera rappresenta non soltanto un’ammissione coraggiosa, ma la conferma di quanto già nel precedente “commento” avevo sostenuto: che cioè, se anche in Sicilia esiste una forza nuova capace di rompere con gli anacronismi del passato, questa forza può essere rappresentata proprio dai giovani come lei, dotati di capacità di autocritica e di molta buona volontà. A Ragusa si tratta solo di smuovere una mentalità che pesa come un’ipoteca. In altre parti della bella Sicilia, bisogna avere il coraggio di fare di più: spezzare le regole della mafia, dell’omertà, di un malinteso senso dell’onore.

            Un’energica presa di posizione delle nuove generazioni varrà infinitamente di più di qualsiasi Commissione anti-mafia, di qualsiasi commissione d’inchiesta per gli scandali di Agrigento. La nuova mentalità si risolverà in meno finestre sbarrate, meno donne vestite a lutto, meno ragazze rapite e, finalmente, più “mammasantissima” in gattabuia.

CAT