Giovanni Spampinato. L'Ora, 29-30 maggio 1969

Con la carota non si mangia

Dove va l’agricoltura ragusana?

Ispica: in crisi un settore che dà lavoro a 3000 persone

RAGUSA, 29 mag.- Un importante settore dell’economia agricola del Ragusano sta attraversando una gravissima crisi. Si tratta della coltivazione delle carote, che interessa in particolare il territorio del Comune di Ispica, con una estensione di circa l.500 ettari coltivati, e con circa 3.000 persone occupate (occupazione che raddoppia nel periodo del raccolto).

Il prodotto veniva infatti acquistato lo scorso anno dai commercianti, che lo esportano nell’Europa del Nord (Germania, Svizzera, Olanda) a 48-50 lire al kg. Adesso i prezzi sono scesi a 38-40 lire. Inoltre, approfittando della grave crisi, i commercianti impongono su ogni cassetta di 25-30 kg. uno sfido (scarto) di 10-15 kg., contro gli 8-10 dello scorso anno.

Così, un quintale (all’origine) di carote rende oggi al produttore circa 2. 500 lire, contro le circa 4.000 lire dello scorso anno.

Queste difficoltà non interessano minimamente i grossi coltivatori (alcuni dei quali hanno 20, 50 ed anche l00 ettari coltivati, e giungono ad occupare anche 250-300 braccianti), che godono di contratti più vantaggiosi.

Al contrario, la situazione è drammatica per i mezzadri e i compartecipanti (questi ultimi, tra l’altro, non hanno ottenuto ancora oggi nella nostra provincia un contratto collettivo di lavoro) che vedono i loro guadagni letteralmente svanire. A conti fatti, i guadagni infatti coprono a stento le spese (affitto, irrigazione, raccolta, ecc.). Questo, mentre i commercianti realizzano grossissimi affari.

Basti pensare che l’anno scorso un carro ferroviario di carote rendeva, al commerciante, circa un milione di lire. Oggi la situazione, come abbiamo visto, è per lui ulteriormente migliorata.

Mezzadri e compartecipanti sono così spesso costretti a svendere il prodotto a prezzi nettamente inferiori a quelli di mercato.

La soluzione della crisi potrebbe ricercarsi nell’integrazione del prezzo (non da parte dell’A.I.M.A., che non prevede integrazione per le carote, ma da parte della regione).

Ma questa iniziativa finirebbe col tornare quasi ad esclusivo vantaggio dei grossi produttori e degli speculatori, cui sarebbe ovviamente più facile fruire delle sovvenzioni. Una soluzione più  auspicabile sarebbe quella dell’impegno della  Regione, ed in particolare  dell’Ente di Sviluppo   Agricolo, a  procedere all’ammasso del prodotto da disseccare per essere utilizzato dalla “Teverina” di Comiso, attualmente chiusa,  come materia prima per 1a produzione dei  mangimi.

Iniziative di questo tipo sono già state prese in altre zone dell’isola, ma, incomprensibilmente, esse mancano del tutto proprio nella provincia di Ragusa, patria dell’attuale Assessore Regionale all’Agricoltura e Foreste, on .Vincenzo Giummarra.

TOM