Giovanni Spampinato. L'Ora, 8-9 maggio 1969

Ragusa: chiusa la mostra agricola, ma… “Far vedere” i trattori non risolve la crisi nelle campagne

RAGUSA, 8 mag – Si  è chiusa domenica a  Ragusa  la “XII mostra della  Meccanica Agricola”. Questa edizione,  ancor  più  di  quelle che l’hanno  preceduta, lascia il visitatore poco convinto sull’effettiva utilità di un  tale genere di manifestazioni.

Lo scopo dichiarato della “Mostra” è “Umanizzare il  lavoro nelle  campagne”. Ma questo scopo non si raggiunge  certo “mostrando” macchine, se contemporaneamente non  si promuove una nuova politica per l’agricoltura.

L’agricoltura ragusana è in crisi. Si tratta di una crisi differente da quella che travaglia altre province vicine,  date le peculiari  caratteristiche delle nostre campagne; ma non per questo è meno grave.

Accenniamo solo a qualche aspetto di  tale  crisi.  In  primo  luogo, quella della tanto decantata “zona trasformata”, che oggi abbraccia praticamente tutta la  parte costiera  della   provincia  (circa 4000 ettari di serre ). Oltre alle difficoltà di mercato che si incontrano,  solo parzialmente risolte con  la differenziazione delle culture (ai pomodori si sono affiancati altri primaticci,  e adesso  anche i fiori) , esiste  anche un  grave  problema dei  trasporti. La provincia è servita  molto male sia per  ferrovia sia per via stradale. La pista-trazzera dell’aeroporto di Comiso non  permette l’uso interno del  mezzo  aereo.  Ora,  si è aggiunto il blocco dei  carri  ferroviari a Messina,  cosicché l’arrivo dei prodotti ai mercati del  continente viene ulteriormente  ritardato. Il  Ministro della  Marina  Mercantile, on. Giuseppe Lupis,  nel  corso della  sua  visita  alla  Mostra, ha  assicurato l’istituzione di  un servizio di traghetti fra la Sicilia  e il  porto di Trieste. Solo  i fatti potranno però  dare  credito a questa promessa, che si aggiunge ad  altre simili  fatte in  questa ed  in altre  occasioni dai vari  notabili della  provincia.                                                                          .

Ma un  problema assai più grave, per i costi umani che comporta, è quello della  salute dei lavoratori delle  serre. La serra del  Ragusano è in laminato plastico generalmente assai  basso.   Si  è  così  costretti a lavorare a temperatura altissime in  ambienti assai umidi, in posizioni poco  igieniche. Il riscaldamento è generalmente ottenuto  con  sistemi rudimentali (stufe a gas) . Basta  un soffio di vento per spegnere una stufa e riempire l’ambiente di gas.

Per  eliminare questi gravi  inconvenienti si dovrebbe procedere alla  costruzione di serre  in  vetro, e alla elettrificazione delle  campagne.  Si tratta di  problemi che non   possono essere  risolti dai singoli  coltivatori ( la serra  in vetro  ha  un costo elevato), ma solo attraverso una  politica che favorisca di più l ‘agricoltura.

Anche  l’agricoltura  dell’altipiano, tradizionalmente caratterizzata  dall’allevamento equino e bovino, presenta problemi non lievi. Quello dell’acqua  è uno  dei  più sentiti. Le riserve  idriche sono costituite da arcaiche cisterne alimentate dall’acqua piovana. 

TOM