Giovanni Spampinato. L'Ora 21-22 maggio 1969

Ragusa: il nucleo di sviluppo è paralizzato

E l’industrializzazione fa il passo del gambero

Prosegue lento, ma inesorabile, il processo di ridimensionamento dell’organico dell’A.B.C.D.

Dalle circa 1100 unità presenti all’atto del passaggio della società all’ENI si è passati alle 950 attuali, e si prevede che con la prosecuzione del processo di ammodernamento degli impianti (che comporterà una spesa complessiva di 13 miliardi), presto si arriverà a quota 800.

Al duro colpo inferto in tal modo all’economia ragusana non corrisponde pertanto alcuna iniziativa che possa, non diciamo dare una nuova dimensione industriale alla nostra provincia, ma almeno controbilanciare la pesante situazione che viene così a crearsi per l’occupazione operaia.

Le iniziative di cui da tempo si parla regolarmente non vengono realizzate, e restano al puro stato di progetto, per essere rispolverate e reclamizzate in vista delle tornate elettorali o delle operazioni di vertice all ‘interno dei partiti della maggioranza.

Le infrastrutture rimangono quelle che sono, i collegamenti coi grandi centri restano difficoltosi e troppo costosi. Dei tanti progetti di cui si parla da anni, ne ricorderemo qui solo uno: la superstrada Catania-Ragusa-Pozzallo, del cui completamento non si sente più parlare. La super-strada dovrebbe servire, tra l’altro, la progettata industria per la lavorazione dell’alluminio, che dovrebbe sorgere proprio a Pozzallo,  ma la cui realizzazione sembra quanto mai lontana .

La zona industriale di Ragusa, il cui progetto fu approntato ben 15 anni fa dalla Regione, è stata un totale fallimento. Le poche piccole industrie che sono sorte, non ne hanno tenuto in alcun modo conto, per l’insufficienza dei suoi programmi e delle infrastrutture.

Nella nuova situazione venutasi ora a creare con la riduzione della manodopera dell’unica industria di una certa importanza nella Provincia, salta ancor più palese agli occhi l’inefficienza e l’assoluta mancanza di incisività del Consorzio per il Nucleo di Sviluppo Industriale.

La stessa collocazione dei locali che ospitano gli uffici, in una sorta di buio scantinato del Palazzo della Provincia, sembra costituire la classica manifestazione della volontà di affossare ogni possibilità di sviluppo industriale della nostra Provincia. La situazione è allarmante: manca da tre anni un Direttore; gli altri vari responsabili si sono a mano a mano dimessi, ed è rimasto solo il personale amministrativo, che deve necessariamente limitarsi alla normale amministrazione.

La stessa legittimità del Consorzio, ormai scaduto e non rinnovato, è quanto meno opinabile.

Impossibile è, in tali condizioni, pensare alla possibilità della programmazione di una seria politica per l’industria.

La situazione di paralisi che dura da così lungo tempo sembra determinata dall’attesa che si realizzino le condizioni per l’assunzione della carica di Direttore da parte di un personaggio da tempo a ciò predestinato.

TOM