Giovanni Spampinato L’Ora 4-5 giugno 1969

Sì al voto libero. Il vescovo: è un attentato

Ragusa, 4 giugno – Domenica 1 giugno si è svolto l’XI precongresso provinciale delle ACLI ragusane. Tema dei lavori: “Le ACLI negli anni ’70: per una nuova società del lavoro”. Ha presieduto Angelo Lotti, della presidenza nazionale.

In apertura dei lavori (erano presenti rappresentanti della DC, del PCI, del PSIUP, della CGIL, della CISL e il gruppo di Dialogo), nel porgere il suo saluto, il vescovo mons. Pennisi è pesantemente intervenuto sul tema della fine del collateralismo con la DC e del voto libero, che è una delle tesi su cui dovrà pronunciarsi il Congresso nazionale che si terrà a Torino dal 19 al 22 giugno. Secondo mons.Pennisi, in questa tesi è insito il rischio che il movimento aclista diventi agnostico. Inoltre il voto libero, sempre secondo il vescovo, potrebbe essere un serio attentato alle istituzioni democratiche.

Dello stesso tono l’intervento del sindaco Pisana. Più diplomatico quello del segretario provinciale della DC, dr. Gino Occhipinti, che, nel ricordare come molti aclisti ancora militino con onore nelle file del suo partito, ha affermato che “la DC, nonostante tutte le critiche, resta la forza che meglio esprime le esigenze dei cristiani”. Ha quindi preso la parola Amodeo, della segreteria provinciale del PSIUP, che ha particolarmente rilevato la naturale intesa tra cattolici e marxisti sulle prospettive di classe.

La Cognata e Catudella, rispettivamente della CISL e della CGIL, hanno ribadito l’esigenza primaria della unità sindacale. L’avv. La Cognata ha messo l’accento sulle storture della società italiana odierna, storture non risolte, ma istituzionalizzate nella programmazione che, facendo perno sulla produzione, ha inteso rendere il lavoratore “merce”.

Cataudella ha ricordato l’esigenza di una diretta partecipazione dei lavoratori alle scelte nelle aziende e nella società. “Per affermare l’unità sindacale bisogna riaffermare l’autonomia del padronato, dai partiti, dai centri di potere. Non vogliamo un sindacato per i lavoratori, ma dei “lavoratori”, ha concluso il rappresentante della CGIL.

È stata quindi svolta la relazione ufficiale presentata dal presidente provinciale dr. Giuseppe Guastella. È stata, quella di Guastella, una relazione ampia ed approfondita, in cui sono stati trattati con acume e passione i temi attuali che si presentato al movimento operaio italiano, le tesi che saranno discusse al congresso di Torino ed i peculiari, gravi problemi socio-politici che presenta la comunità Ragusana.

Il dott. Guastella ha trattato i temi della condizione operaia di povertà subita; della democrazia sostanziale; della unità sindacale; degli enormi squilibri esistenti nell’economia italiana; dell’impresa, che da impero personale si è trasformata in struttura sociale; del sistema culturale alienato dai nuovi rapporti umani; della violenza dissimulata delle strutture; della contestazione, la quale, ha detto, “Va salvata dall’irritamento senza prospettive dell’accettazione intuitiva ed acritica a certe ideologie che rischia, tutto sommato, di razionalizzare il sistema, per restituirla alla sua vera funzione storica, di coscienza fermamente critica”.

Le ACLI sono uno strumento di formazione dei lavoratori, e il compito che si pongono è quello di riempire il vuoto di cultura che esiste nella nostra società.

Guastella è quindi passato al tema del voto libero e della fine del collateralismo, che è stato quello su cui più si è discusso nelle assemblee dei circoli.

“Il voto libero per noi rappresenta la premessa per la riabilitazione del momento politico elettorale, che deve essere liberato dalle ipoteche clientelari, dagli ordini di scuderia, da programmi vuoti e retorici, e da tutti quei pesanti condizionamenti che indignano la coscienza popolare. Su queste tesi abbiamo trovato, nonostante i timori iniziali, unanime consenso in tutta la base aclista”.

Il segretario provinciale, dopo un ampio esame della crisi della scuola e delle precarie condizioni dell’autonomia regionale, è passato all’esame della situazione ragusana. “Il malessere che affligge la nostra comunità è ancor più grave di quello dell’intera società italia perché, non riuscendo a tradursi in una larga presa di coscienza della condizione umana, la inchioda in una posizione di retroguarda civile e culturale, impedendo il rinnovamento delle strutture sociali e politiche. In particolare i margini di libertà nella nostra provincia sono pressoché inesistenti”.

La piaga delle gestioni commissariali, che lungi dal limitarsi prolificano, è una delle più gravi. Basti pensare che la Provincia, fin dalla sua nascita, è stata sempre retta con regime commissariale.

Il dibattito che si è aperto subito dopo la fine della applauditissima relazione ha visto i delegati impegnati soprattutto sul tema della fine del collateralismo con la Democrazia Cristiana.

Il dott. Nunzio Di Paola ha rilevato la funzione di protagonisti della storia che hanno oggi i lavoratori. “Occorre avere fiducia nei lavoratori e nella loro causa. La fine del collateralismo e il voto libero rappresentano lo sbocco ideale di tutto ciò che è andato maturando nelle ACLI”.

Il prof. Luciano Nicastro ha denunciato il fatto che la Chiesa ha dimenticato la classe dei poveri. “Occorre salvare il movimento operaio da una società consumistica e sostanzialmente materialista”.

L’avv. Emanuele Giudice: “Il problema del dialogo non riguarda possibilità di compromesso con altre ideologie. Nessuno di noi può continuare a capire un cristianesimo narcotizzato, ridotto a fare la sentinella al potere politico. La liberalizzazione del voto porrà alla coscienza dei cristiani un motivo di coerenza con i propri ideali”.

Il prof. Salvatore Di Pasquale ha denunciato l’orchestrazione di certa stampa “indipendente” che ha montato ancora una volta lo spettro del comunismo. “La condizione operaia diventa sempre più la condizione umana. Il fatto che sia stato Marx il primo a parlare di alienazione non deve esimere noi dal trattare questo grave problema. Il movimento della DC verso sinistra é stato lento nelle forme, irrilevante nella sostanza”.

Dopo la replica agli interventi del dott. Guastella, si é passato alle operazioni di voto. Delegati al congresso di Torino sono stati eletti il dott. Giuseppe Guastella e il prof. Salvatore Triberio.

Giovanni Spampinato; L’Ora 4-5 giugno 1969

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