Giovanni Spampinato. L’Ora, 14-15 novembre 1969

Ragusa: conferenza stampa dei sindacati

RAGUSA, 14 nov. – Si è tenuta martedì scorso a Ragusa una conferenza stampa convocata dai sindacati per presentare la “piattaforma rivendicativa” intorno alla quale intendono mobilitare i lavoratori della provincia in occasione del prossimo sciopero generale del 19 novembre.

L’iniziativa, oltre che per la peculiare importanza dei temi affrontati, assume particolare interesse per il fatto di essere la prima del genere nella storia sindacale ragusana. l dirigenti sindacali hanno assicurato per il futuro la continuazione degli incontri con la stampa, per evitare il ripetersi di equivoci e malintesi sui programmi dei sindacati, e per tenere meglio informata l’opinione pubblica sulle iniziative da essi presi. “Il sindacato è oggi, come non mai, al centro dell’attenzione di tutti. Si parla pro e contro il sindacato, ma l’opinione pubblica è informata poco e male”.

I segretari delle tre Confederazioni (Fidelia per la UIL, La Cognata per la CISL e Romano per la  CGIL) hanno rilevato che il documento della “piattaforma” era stato preparato in seguito all’incontro collegiale avvenuto il giorno prima, in cui si era per la prima volta verificato se a Ragusa esistano le condizioni per l’apertura di un dialogo fra i sindacati, dialogo che deve essere sostanziato dalla volontà di rendere il sindacato autonomo dai partiti. Nei sindacalisti, e soprattutto fra i lavoratori, è stata riscontrata la volontà di autonomia, e il dialogo può dirsi già cominciato.

I sindacalisti, dopo aver detto che fanno propri i grossi problemi che saranno al centro delle prossime lotte nazionali, hanno illustrato i non meno gravi problemi di stretto interesse locale, problemi che, se non risolti tempestivamente, rischiano di affossare definitivamente la già preoccupante situazione della economia provinciale.

Le proposte dei sindacati vertono innanzi tutto sulla realizzazione  delle infrastrutture generali. Bisogna por fine all’isolamento in cui ancora si trova la provincia, completando la superstrada

Ragusa-Catania, e raccordandola con Pozzallo. L’aeroporto di Comiso deve essere ristrutturato, mentre il porto di Pozzallo attende ancora di essere completato.

Altro problema di primaria importanza, su cui si sono a lungo affermati i sindacalisti, è quello delle risorse idriche che, hanno detto, non deve essere affrontato in una prospettiva puramente campanilistica. Occorre innanzitutto procedere, nel più breve tempo possibile, a un generale censimento delle acque, per il quale è già stato deliberato dall’ESA, il 30 aprile scorso, lo stanziamento di l miliardo dell’ex articolo 38, che rimane ancora inutilizzato. Nell’attesa di tale censimento si dovrà impedire che si pongano ipoteche di qualsiasi genere sulle risorse idriche del ragusano che, in ogni caso, debbono essere pubblicizzate e gestite democraticamente. Per quanto riguarda il desalatore, i sindacati ritengono che, finché non si saprà con certezza di quale quantità d’acqua può disporre attualmente la provincia, non si è in grado di avanzare delle richieste. Inoltre, non bisogna illudersi che il desalatore possa risolvere tutti i problemi.

In provincia di Ragusa, il problema della casa è particolarmente grave, e lo dimostra il gran numero di domande presentate per ottenere l’assegnazione dei pochi alloggi popolari disponibili. L’inadempienza dell’IACP e di altri Enti ha portato alla mancata utilizzazione di circa 3.500 milioni investiti nel settore.

L’agricoltura è un altro dei punti dolenti trattati dai sindacalisti.

Si chiedono il rimboschimento di Monte Lauro; le incentivazioni e i contributi solo per quei produttori che realizzano impianti rispondenti alle esigenze igienico-sanitarie e alle norme antiinfortunistiche, l’insediamento delle consulte per la elaborazione dei piani zonali di sviluppo.

ABCD, AZASI ed ESA sono i cardini del discorso sull’industria.

Si chiede il pronto investimento dei 13 miliardi annunziati dall’ENI per l’ ABCD, in modo da consentire, con la maggiore produttività degli impianti, anche la stabilità dell’occupazione e l’incentivazione di essa con l’abolizione del lavoro straordinario e il salto dei riposi. L’ AZASI deve essere demunicipalizzata, e deve operare in collegamento con gli Enti Pubblici nazionali e Regionali, e diventare, mediante l’integrazione dei loro capitali, assieme agli altri Enti Pubblici operanti in provincia, pilota del processo di sviluppo industriale.

L’ ESA deve accelerare i suoi investimenti nella direzione  delle industrie agrarie della provincia e della ristrutturazione di quelle esistenti, come la SOSIMA e la SICO.

TOM