Giovanni Spampinato. L’Ora, 16 aprile 1970

Ragusa: lo scandalo della Camera di Commercio finisce in Tribunale, con il processo a chi lo denunciò!

RAGUSA, 16 apr – Sedici dipendenti della Camera di Commercio hanno querelato il direttore responsabile del quindicinale ragusano “L’Opposizione di sinistra”, Giorgio Chessari, e la Procura della Repubblica, con prontezza davvero poco usuale in casi del genere, l’ha ritenuta fondata ed ha fissato la causa per direttissima. Chessari sarà difeso da un collegio di legali composto dagli avvocati Salvatore Guastella, Antonio Cassarino, sen. Filippo Reina, Salvo Riela.

Anche se con un brusco capovolgimento di posizioni, si parlerà in un’aula di Tribunale – finalmente – della vicenda della Camera di Commercio ragusana e del suo segretario dott. Di Giacomo.

Uno scandalo-fiume di cui la Magistratura cominciò ad occuparsi nell’estate scorsa.

Fino a ieri, nonostante lo stillicidio di denunce anonime e di interrogatori, l’accortezza, il naturale savoir faire del dr. Salvatore Di Giacomo, che della Camera di Commercio è, da oltre vent’anni, nella sua veste di segretario Generale, il “gerente unico”, erano valsi ad impedire che si desse eccessiva pubblicità alla notizia. Il Di Giacomo non si è querelato contro gli informatissimi anonimi, né ha in alcun modo smentito gli organi di stampa (“L’Ora” e “L’Opposizione di Sinistra”) che hanno ripetutamente dato ampio spazio alle notizie che lo riguardavano.

Ma ora sembra che una falla si sia aperta nella robusta, impermeabile linea di difesa del “segretario ragusano”: la classica buccia di banana che potrebbe provocare uno scivolone, tale da far crollare tutto l’edificio di accorgimenti e di manovre volte ad eludere ogni pubblicità alle innumerevoli ipotesi di reato che si sono addensate sul suo capo ed a fare finalmente piena luce sui fatti.

Veniamo alla cronaca. Nel numero del 21 marzo scorso, “L’Opposizione di Sinistra”, periodico della Federazione Comunista di Ragusa, pubblicava un articolo in cui si dava notizia di una petizione inviata dai dipendenti della Camera di Commercio al Capo dello Stato, in cui facevano voti perché il loro segretario fosse nominato senatore a vita. Il commento dell’autore del neretto era che gli impiegati della Camera di Commercio si erano convinti ad inviare la petizione perché ritenevano che la nomina a senatore a vita era l’unico modo di… liberarsi della presenza del Di Giacomo.

La reazione non si è fatta attendere: il personale della Camera di Commercio ha presentato un risentito esposto al Procuratore della Repubblica contro il direttore del quindicinale, Giorgio Chessari, e ha contemporaneamente inviato una ancor più risentita lettera a “L’Opposizione di Sinistra”, in cui “deplora decisamente il contenuto dello scritto pubblicato nel giornale, che ha potuto speculare ironicamente su fatti e circostanze insussistenti in danno del dr. Di Giacomo, nei confronti del quale il personale della Camera esprime la sua più viva solidarietà e l’apprezzamento dell’opera da lui svolta alla direzione dell’ente camerale”.

Il caso comunque è ancora in mano al Procuratore della Repubblica. Se i dipendenti della Camera di Commercio vorranno condurre fino in fondo la loro azione legale contro il direttore de “L’Opposizione di Sinistra”, c’è da sperare che questa sia l’occasione buona perché finalmente venga a galla l’intera faccenda.

L’Opposizione di Sinistra”, intanto, nel suo ultimo numero, in un articolo a firma Giorgio Chessari, preannuncia la sua linea di condotta: “Andiamo quindi, come vogliono parte del personale della Camera di Commercio e il dr. Di Giacomo, davanti al magistrato, citeremo fatti e testi che nemmeno si immaginano, dimostreremo come si arriva ad indurre liberi cittadini a firmare smentite e querele. Un solo augurio possiamo fare ai nostri querelanti: che non si trovino nella stessa situazione “dell’apprendista mago” che non è in grado di controllare le potenze sotterranee degli inferi che con imprevidenza ha evocato”.

CAT