Giovanni Spampinato. L 'Ora, 24 febbraio 1972

Squadrismo in Sicilia: Ragusa, il partito della malavita

Ragusa, febbraio. – I fascisti sparano, pochi giorni fa hanno tirato addosso con una pistola lanciarazzi a due giovani comunisti che affiggevano manifesti presso il liceo scientifico di Vittoria. Negli stessi giorni, sempre a Vittoria, i muri delle scuole sono stati imbrattati con decine di minacciose sc ritte tracciate con la vernice: inneggiavano tutte alle SAM e al fascismo. Le SAM, dicevano le scritte, osservano e colpiscono i “rossi” e i “cinesi”.

Una novità, in provincia, la comparsa delle SAM, perseguibili per legge già per il solo nome (Squadre di Azione Mussolini): organizzazioni paramilitari nate per aggredire, per uccidere. Il 30 gennaio, un esponente missino grida in piazza nel corso di un comizio che “Vittoria è fascista”: nessuna denuncia da parte delle autorità.

Le SAM agiscono soprattutto nelle scuole in particolare allo Scientifico, l’istituto dove più forte è la presenza dei giovani del Movimento Studentesco, della FGCI e di altre organizzazioni di sinistra.

Durante la ricreazione si svolgono riunioni squadristiche a cui partecipano elementi estranei alla scuola. Non fanno mistero di essere armati, mostrano i tirapugni, perfino le pistole. Di tanto in tanto, per intimidire gli studenti più attivi, scattano fotografie. Gli attacchi personali, verbali e fisici, non si contano.

Fra i fascisti vittoriesi, accanto ai giovani rampolli delle famiglie borghesi dallo squallido passato fascista, c’è la teppa, la delinquenza comune ,dei ladri, dei protettori. Intorno stanno contrabbandieri Udi sigarette e trafficanti di d roga, e vari “maghi” dai nomi esotici. Personaggi oscuri, che vivono in bilico fra il lecito e l’illecito, che 111aneggiano molti soldi.

Sui muri di Vittoria compaiono svastiche. Il 2 gennaio, il Fronte della gioventù presentò in piazza una provocatoria “mostra antimarxista”. La gente reagì in malo modo, ci furono tafferugli.

Gli appartenenti alla SAM, raggruppati in piccole squadre, hanno partecipato a corsi paramilitari. Alcuni sono stati impiegati in azioni squadristiche a Catania, a Reggio Calabria. Da Comiso per Reggio Calabria sembra sia partito tale Amedeo Giudice. A Bologna, ad aggredire gli studenti democratici è andato invece Nunzio Belluardo, sempre di Comiso.

Ma di nomi se ne potrebbero fare molti altri. In genere i “cuccioli” dell’on. Cilia se ne stanno buoni, il movimento democratico in provincia è forte, le provocazioni fasciste di solito finiscono male per la teppaglia nera. Anche pochi giorni fa, il Cilia è stato fischiato e costretto a tacere prima all’ABCD, poi in piazza, nonostante lo spiegamento di camerati-picchiatori.

I primi due mesi del 1970 videro esibirsi i neofascisti iblei in una frenetica attività di aggressioni e provocazioni. Erano recenti le tragiche esplosioni di piazza Fontana e dell’altare della Patria, e l’on. Cilia pensò bene di fare la sua parte nella strategia della tensione.

Il 4 gennaio, in piazza Diana, a Comiso, i fascisti sfilano in formazione militare, in camicia nera, con i gagliardetti, scandendo slogans apologetici del fascismo e cantando canzoni fasciste. La polizia non ritenne opportuno intervenire né denunciare il fatto.

La domenica successiva, 11 gennaio, in risposta alla parata squadristica PCI, PSI e PSIUP tengono un comizio unitario, sempre in piazza Fonte Diana. Mentre parla l’on. Cagnes, i fascisti lanciano una bottiglia molotov. Il 15 e il 17 gennaio, nuove aggressioni fasciste, che vengono prontamente respinte. Il 14 febbraio, i fascisti tengono un comizio provocatorio, in cui si fa aperta apologia di fascismo. Il 25 aprile, una nuova aggressione.

A Ragusa, sempre nel gennaio del 1970 viene aggredita dai fascisti la sede della federazione comunista. Alcune decine di militanti debbono sostenere un lungo assedio, mentre i fascisti lanciano corpi contundenti e tentano di entrare. La situazione si sblocca con l’arrivo di altri comunisti d alla città e dalla provincia. La polizia, schierata in forze sotto l’edificio, non interviene.

Nel 1971, durante un comizio a Pozzallo, l’on. Salvatore Cilia, dopo aver generosamente definito “falliti, cornuti, ladri, pederasti, ignoranti” tutti gli esponenti locali e nazionali, e dopo avere avvertito il maresciallo dei carabinieri “di stare attento, perché lui (il Cilia) aveva degli amici nella Legione”, dichiarò: “la prossima volta verrò a Pozzallo con cento persone armate di mitra e allora il carabiniere lo farò io”. Due giorni dopo, giungono a Pozzallo cinque macchine cariche di squadristi. Quattro lavoratori che si avviano alle loro case vengono provocati per essere pestati. I lavoratori reagiscono, ma sarebbero stati sopraffatti se dai bar della piazza non fossero uscite decine di lavoratori, costringendo la teppaglia a fuggire.

Nel capoluogo, a Modica, in altri comuni, i fascisti si mostrano di tanto in tanto nelle scuole. Ma hanno perduto credibilità anche negli istituti che prima erano considerati loro roccaforti, come il liceo classico di Ragusa, Il 15 novembre dello scorso anno tentarono di picchiare gli studenti che scioperavano per i trasporti gratuiti. Furono isolati e scacciati. Due anni fa, presentarono il loro biglietto di visita ai giovani del gruppo spontaneo “Dialogo” che tenevano una tavola rotonda sulle infrastrutture culturali. L’oratore fu aggredito, alcuni dei presenti riportarono contusioni e ferite. Nonostante l ‘aperta apologia di fascismo (l ‘aggressore gridò istericamente : “duce, duce, duce”), la denuncia fu archiviata.

I soldi ai fascisti iblei sembra che vengano, oltre che dai normali finanziamenti di agrari e grossi commercianti, dagli illeciti traffici di certi camerati (sigarette, droga, prostituzione). Certo non versano in condizioni disperate: aprono nuove sedi, ostentano floridezza.

Ma non tutto procede liscio, in casa fascista. Il Fronte della gioventù si sta sfaldando, perde aderenti a destra e a “sinistra”. Alcuni “giovani nazionali” sono venuti in contrasto con dei dirigenti accusati di essere troppo moderati: sembra che abbiano dato vita ad “Ordine Nuovo”. I più si allontanano però appena scoprono la natura squadristica e criminale di una organizzazione che si presenta all’esterno con un volto ben diverso ed allettante, “rivoluzionario”.

Anche con i giovani è fallito il lancio di massa del partito neofascista che ad Almirante e camerati sembrò di toccare con mano il 13 giugno. A Ragusa allora il partito dell’on. Cilia triplicò quasi i suoi voti: ma fu una vittoria fine a se stessa; e nessuna delle iniziative prese dai fascisti ha avuto un’eco di massa. L’isolamento è nelle scuole, nelle fabbriche, nelle campagne, dove è fallito il tentativo di coinvolgere i piccoli e piccolissimi proprietari nella protesta contro la legge De Marzi- Cipolla sull’ affitto dei fondi rustici.

Giovanni Spampinato