Giovanni Spampinato. L'Ora, 6 marzo1972

Siracusa: a un passo dai colonnelli

Squadrismo in Sicilia: chi sono, cosa fanno, chi c’è dietro

SIRACUSA, 6 mar – Avola: una scritta tracciata con rabbia sul muro di una casa ricorda: “2 dicembre: lutto cittadino”. Due braccianti, il 2 dicembre di quattro anni fa, vi furono uccisi; ai bordi della strada statale 115 furono raccolti 5 kg di bossoli: la polizia aveva sparato ininterrottamente coi mitra per vari minuti. Su “L’Aretuseo”, giornale fascista di Siracusa, un titolo in prima pagina grida la menzogna: “Braccianti assassini!”. Ad Avola, il 13 giugno 1971 il Movimento Sociale vede triplicato il suo elettorato, passando da 1.300 a 3. 7 50 voti, dal1’8.6 al 24,6%.

Il 1 novembre 1971, il solito “L’Aretuseo” pubblica un appello della neonata “Associazione Nazionale Arditi d’Italia”. Vi si spiega che dell’associazione possono far parte tutti coloro che hanno fatto il servizio militare, “in tempo di pace e in tempo di guerra”, e si elencano fra gli altri “paracadutisti, MAS, camicie nere, arditi, quadri delle bande, volontari della guerra di Spagna… “. Inoltre, possono aderire le forze dell’ordine in servizio (e questo è un reato nel reato che nessuno ha denunciato). Il trafiletto conclude sostenendole “i giovani di tutte le età (sic!) che hanno compiuto il servizio militare nei corpi speciali di arditismo è bene che si preparino a ben servire la patria imparando tutte le specialità d’armi”. All’associazione, come “simpatizzanti”, possono aderire anche donne e uomini che non hanno compiuto il servizio militare. L’indirizzo degli “Arditi” è corso Gelone 72: la sede della Federazione del Movimento Sociale Italiano.

In pratica, il MSI chiama apertamente a raccolta la borghesia per formare organizzazioni paramilitari. E che sotto c’è qualcosa, lo confermano numerose voci. A qualche giorno dalla notizia, una ragazza, fidanzata con un esponente del MSI, racconta candidamente di essersi allenata a sparare con carabina e revolver contro sagome umane, e che si preparano in molti, perché “sono tempi duri”.

Tre fatti tra loro apparentemente estranei e lontani. Ma c’è una trama che li lega e che li spiega: il fascismo.

Chi sono i fascisti aretusei? come si muovono e come si organizzano? chi li finanzia, chi li protegge?

È necessario avere presente il tessuto economico e sociale di Siracusa, per spiegare le somiglianze con le altre province e le peculiarità. Siracusa non è Catania, né Messina, né Palermo. Basta il fatto che non c’è l’università. Le aggressioni sono meno frequenti. Ma la violenza non viene rifiutata, anzi la “buona società” la esalta; benedice la polizia che spara sui lavoratori, si “prepara” essa stessa all’uso delle armi. Quando occorre però le squadre si presentano in prima persona, rinforzate dai picchiatori di Catania capitanati d all’accoltellatore Stefano Calatà o da Benito Paolone. E’ Paolone, ora deputato regionale, a guidare nel ’70 la “spedizione punitiva” contro il comune “rosso” di Carlentini. I fascisti sparano sulla folla. La polizia denuncia alcuni cittadini per… furto, avendo essi spostato una macchina dei fascisti. Il 25 gennaio dello scorso anno, fanno scoppiare una bomba davanti alla sezione del PCI di Pachino: tre feriti fra gli iscritti. La polizia sta ancora indagando…

Il 15 giugno, a soli due giorni dalle elezioni, i fascisti tentano di assaltare la sezione del PCI di Avola. Durante le campagne elettorali, le provocazioni e le aggressioni non si contano.

Quella di Siracusa è la provincia più ricca della Sicilia, una delle zone economicamente più fiorenti del Mezzogiorno.

Ma gli squilibri sociali sono gravissimi, migliaia i disoccupati e gli emigrati. L’industria e l’agricoltura non hanno subìto il minimo processo di integrazione. L’industria chimica occupa 14.000 lavoratori, ma 3.500 dipendono dalle ditte appaltatrici. Un’industria modernissima che si vuole organizzata all’antica, e per spezzare la combattività degli operai che lottano contro la pericolosità degli impianti si fa ricorso ai fascisti, che si infiltrano spacciandosi per “sindacalisti” (CISNAL) o vengono per provocare e picchiare. L’agricoltura è ricchissima, potrebbe dare lavoro ad altre migliaia di braccianti disoccupati. Ma la rendita parassitaria resiste rabbiosamente, nei mandorleti e negli uliveti di Avola e Noto come nei giardini di Lentini e Francofonte, alla lotta dei braccianti per l’imponibile di manodopera e per i, piani colturali. L’Unione Agricoltori è strettamente legata al Movimento Sociale.

Il fascismo a Siracusa nasce dal bisogno di dare una copertura ideologica e politica a posizioni anacronistiche di privilegio economico e sociale. E dove non arriva la “legge” a “punire” gli operai e i braccianti in lotta (proletari fierissimi, che scioperavano perfino durante la guerra, sfidando le ire e le baionette del regime), si scatenano le squadracce, e si fanno infiltrare i provocatori, reclutati fra il sottoproletariato, come si è fatto a Lentini, Carlentini, Avola, Noto, col deliberato intento di far degenerare le manifestazioni in disordini.

Lo spettro della perdita della proprietà, agitato demagogicamente, ha portato il MSI ad una forte affermazione elettorale. Il13 giugno, i neofascisti conquistano il seggio, togliendolo ai liberali.

Anche la DC viene “punita”.

Verso il MSI si spostano molti agrari, a cominciare dal presidente della Unione Agricoltori. Il figlio dell’ex deputato regionale dc e già più volte assessore, Lo Magro ( clamorosamente trombato il 13 giugno) diventa attivissimo nelle file missine. E la borghesia aretusea si prepara ai “tempi duri” allenandosi “in tutte le specialità d’armi’.

Il quadro non è completo, e non può esserlo. Bisognerebbe parlare dell’altro fascismo, quello non dichiarato della speculazione edilizia che, per ragioni di convenienza, si richiama alla DC. Ma molti esponenti del MSI, proprio durante la discussione del Piano regolatore, passarono alla DC. Il Piano regolatore che ne venne fuori fece gridare allo scandalo perfino un quotidiano moderato, che denunciò che si sarebbe “costruito sugli scavi”.

E bisognerebbe indagare su quella serie di traffici illeciti che passano per la provincia di Siracusa: sigarette, materiale archeologico, droga, armi, e, che sembra abbiano un punto di riferimento in Grecia.

Come sono organizzati

I neofascisti aretusei sono oggi tutti dentro il MSI e le organizzazioni collaterali. “Ordine Nuovo”, l’organizzazione di orientamento neonazista oggi sotto inchiesta per aver tentato la riorganizzazione del partito fascista, è scomparsa a Siracusa nel ’69, quando i suoi esponenti sono entrati in blocco nel MSI, sostituendo Foti e gli altri camerati passati alla DC. I neonazisti sono stati cooptati negli organismi dirigenti, e da allora è prevalsa la linea “dura” di Almirante.

Di “Ordine Nuovo” facevano parte fra gli altri Giuseppe Spataro, insegnante di disegno alla scuola media di Avola, ora consigliere comunale del MSI e dirigente a livello nazionale; Glauco Reale, che partecipò al viaggio-premio in Grecia organizzato nel ’68 da Mario Merlino per conto dei colonnelli per i loro più sinceri amici italiani (dopo qualche mese, scoppiavano le tragiche bombe di Milano e Roma, a cui i partecipanti al viaggio in Grecia, e Merlino in particolare, non sembrano estranei); Mario Cavallaro, figlio di un sottufficiale dei carabinieri, segretario federale e deputato regionale; Enrico Di Luciano, genero del barone Pupilla: cura i collegamenti con gli agrari dell’Unione Agricoltori.

Anche a Siracusa ha fatto la sua comparsa il “Fronte della Gioventù”. Nei primi mesi dell’anno scolastico, ha cercato di creare confusione nelle scuole, pro clamando in vari istituti una serie di scioperi per i motivi più stupidi e squalificanti. Prima qualcuno pensa che i volantini vengano dall’estrema sinistra ma poi i neofascisti vengono individuati ed ·isolati. Da allora si fanno sentire di tanto in tanto per provocare gli studenti di sinistra, aggredendone qualcuno.

Il numero delle sezioni del MSI è cresciuto notevolment e. In alcuni centri dove prima non erano presenti (come a Priolo) aprono nuove sedi.

Alla SINCAT di Priolo recentemente si è verificato un cambio di guardia. Alla direzione della grossa industria chimica viene sostituito il dr. San toro, prendendo pretesto dai ripe tu ti incidenti verificatisi negli stabilimenti (tra l’altro un intero reparto era, andato in fiamme). Lo sostituisce il dr. D’Arò, il quale dopo qualche giorno inaugura il “nuovo corso” ricevendo l’on. Mario Cavallaro, da poco eletto all’ARS per il MSI nel collegio di Siracusa, e l ‘avv. Enrico Di Luciano, esponente dello stesso partito e genero del barone Pupilla, agrario già liberale ed ora fascista. Dopo qualche giorno, il MSI apre per la prima volta una sua sede a Priolo. I locali sembra siano di proprietà della SINCAT.

Dove trovano i finanziamenti

Chi finanzia le organizzazioni neofasciste che operano nel Siracusano?

Innanzitutto, gli agrari, con somme proporzionate alle loro rendite. E dagli agrumeti del lentinese e dai mandorleti dell’avolese i Bottino, i Pupilla, i Signorelli, gli Spatafora, i Catalano spremono ogni anno miliardi. Poi ci sono le centinaia di medi proprietari, che vengono anch’essi sollecitati a versare contributi per difendere la proprietà e l’ordine. Nelle città, sono i grossi commercianti, gli industrialotti a dare soldi ai fascisti. E poi, fonte di grossi contributi è la grande industria chimica, a cui il MSI assicura una serie di servizi che vanno dai tentativi di creare divisione fra i lavoratori attraverso l’infiltrazione pseudo-sindacale operata attraverso la CISNAL, al pestaggio puro e semplice dei lavoratori più “sovversivi”. I contatti con gli agrari sono continui, tanto da poter parlare di legame organico fra il MSI e l’Unione Agricoltori, i cui interessi legali sono curati da Enrico Di Luciano. Nella frenetica e rabbiosa attività degli agrari contro la legge di riforma dell’affitto De Marzi-Cipolla, i fascisti, abbondantemente sovvenzionati, sono stati a completa disposizione. Ad alcune minacciose manifestazioni hanno preso parte i noti picchiatori fascisti etnei (i “Volontari del MSI” capitanati dall’accoltellatore Stefano Galatà detto “dente d’oro”, implicato negli attentati de112 dicembre 1969 c la squadra d1 rugby “Amatori”). Tra l’altro, con l’appoggio del MSI l’Unione Agricoltori ha proceduto ad una raccolta di firme per l’abrogazione della De Marzi-Cipolla.

ln prospere condizioni finanziarie versa il settimanale locale “L’Aretuseo”, che esprime posizioni reazionarie e si fa puntuale portavoce delle iniziative e delle posizioni missine.

“L’Aretuseo” è il giornale che definì “assassini” i braccianti di Avola su cui la polizia sparò, uccidendone due. Segue con morbosa attenzione le vicende di cronaca nera più scabrose, come incesti, violenze carnali, ratti di minorenni (sta pubblicando, a puntate, la storia illustrata del “mostro” di Marsala). Pubblica pagine dedicate alle province di Ragusa ed Enna. Trasuda benessere ed efficienza da tutti i pori.

Chi paga? Certo, dato il taglio scandalistico del settimanale in primo luogo tutti coloro che hanno interesse che certe cose non si sappiano o si sappiano in un certo modo. Ma ci sono i finanziamenti “politici”. Fra gli inserzionisti, non è però facile distinguere i finanziato da coloro che cedono alle insistenti pressioni dei procacciatori di pubblicità del giornale. Comunque, oltre ai principali negozi di Siracusa e dei centri più grossi della provincia e alle piccole industrie (alimentari, del mobile, ecc.) intere pagine vengono pagate dalla Rasiom-Esso, dalla Sincat e dalle società ad esse collegate.

I finanziamenti per il MSI, abbiamo detto, sono continui, assicurati dagli stretti legami con la Unione Agricoltori e con dirigenti aziendali. Durante la campagna elettorale dello scorso anno che è stata condotta senza risparmio di denaro, sono stati più massicci che mai.

Un discorso a parte meriterebbero altre fonti di finanziamento meno lecite, su cui però si possono solo avanzare solo ipotesi, trattandosi di un terreno minato.