Giovanni Spampinato. L'Ora, 11 aprile 1972

Acate: Agrario aggredisce il mezzadro

RAGUSA, 11 apr –  Un agrario palermitano si è reso nei giorni scorsi protagonista ad Acate, un piccolo comune della provincia di Ragusa, di un gravissimo episodio di intolleranza e di provocazione anticontadina.

Il fatto di cui siamo venuti a conoscenza solo ora, è indicativo del clima di rabbiosa reazione in cui intendono svolgere la campagna elettorale gli agrari, i quali non solo finanziano i fascisti, non solo ispirano gli attentati, ma giungono, più spesso di quanto non si creda, a “farsi giustizia” con le proprie mani.

I fatti li riportiamo così come ce li ha raccontati il mezzadro aggredito, Vito Lauria di 41 anni, nativo di Chiaramonte Gulfi, che dal 1954 lavora quattro “lenze”, strisce di terreno, del fondo dell’agrario Bernardo Arone di Palermo, che si estende per quattordici salme (oltre quaranta ettari) e che gli frutta una dozzina di milioni di rendita annua, senza che lui debba muovere un dito. Il Lauria ha trasformato in questi diciotto anni in ricchi vigneti quelli che prima erano solo canneti incolti.

Giovedì scorso il “padrone”, in compagnia del suo amministratore, Giuseppe Romeo, e del figlio di questi, Giovanni, ha atteso in macchina il Lauria che ritornava dal lavoro per pranzare. Quando il mezzadro è arrivato, l’agrario gli ha detto che doveva parlargli. Lauria invitò i tre a entrare in casa, ma l’Arone disse che era meglio che si allontanassero per discutere, e che venisse pure il fratello di Lauria. I due salirono in macchina. Fatte poche centinaia di metri (la casa del mezzadro è in campagna), Romeo, il figlio, ha fermato la macchina e i cinque sono scesi. Arone ha subito detto che aveva intenzione di vendere una delle quattro “lenze”. Al che Lauria rispose che per lui era indifferente, che avrebbe continuato a fare il mezzadro per il nuovo proprietario.

Al che l’agrario si è scatenato, ha dato in escandescenze, gridando che lui era il padrone e faceva ciò che voleva, e che Lauria doveva andarsene da quel pezzo di terra che aveva reso fertile, minacciando di passare a vie di fatto.

Visti vani i loro tentativi di ragionare con calma, i due fratelli hanno fatto segno di andarsene. Allora l’Arone si è buttato addosso a Vito Lauria, lo ha fatto cadere a terra e lo ha tempestato di calci e pugni. Il fratello cercava di intervenire, ma ne era impedito dal Romeo, che lo teneva fermo.

Vito Lauria, in conseguenza della selvaggia aggressione, ha riportato abrasioni sparse al volto e contusioni al petto, per cui è stato giudicato guaribile in cinque giorni salvo complicazioni. Del grave fatto si stanno occupando i carabinieri di Acate. Pare che, oltre a una querela per lesioni, presentata da Vito Lauria, un’altra sia stata inoltrata dal fratello per il grave reato di sequestro di persona, essendo stato trattenuto contro la sua volontà.

CAT