Giovanni Spampinato. L'Ora, 16 maggio 1972

Ragusa: Falsi i convegni “eversivi” scoperti dai Carabinieri

RAGUSA, 16 mag – “Scriva pure che è falso, completamente falso. Se vuole, glielo metto per iscritto, che è falso. Tutto questo finirà in mano al magistrato”.

Il maresciallo Scala, che comanda la stazione dei carabinieri di Sampieri e Cava d’Aliga è indignato e visibilmente agitato. È appena arrivato nella casermetta di Sampieri, dove il telefono squilla in continuazione, chiamato da un milite.

Poco prima un carabiniere scelto che ci aveva aperto s’era meravigliato nel vedere cronisti: “Che cosa è successo?”.

Gli mostriamo i quotidiani del mattino: “Misteriosi convegni nella villa “ospitale,”; “Sporcavano i muri con scritte politiche”; “indagano i carabinieri di Cava d’Aliga”. ll carabiniere sorride incredulo, scuote la testa, sembra interdetto: “guardi, non c’è niente, assolutamente niente”.

Il maresciallo mi chiede chi può avere interesse a diffondere notizie allarmanti. È la stessa domanda che gli ho rivolto io poco prima: chi può avere interesse a riferire che a Cava d’Aliga si è riunito per parecchi giorni di seguito uno strano gruppetto di giovani-bene, ospitati clandestinamente nel villino di un commerciante di Ragusa dalla figlia studentessa universitaria e definiti semplicemente anarcoidi?

La notizia era strana e contraddittoria: non si capiva perché i carabinieri avrebbero dovuto fare irruzione nel villino; non si spiegava come un anarchico fosse venuto dal nord per far… campagna elettorale! Non era chiaro, anzi risultava equivoco e provocatorio, il collegamento che veniva fatto tra il presunto club eversivo balneare con l’abbattimento del cippo ai Caduti della Resistenza a Comiso, avvenuto in aprile e con lo scoppio a Pasqua di una bottiglia Molotov davanti la porta della sede della CISNAL di Ragusa: due azioni di chiara marca squadristica di cui sono noti i responsabili neofascisti.

A Cava d’Aliga trovammo sì un buon numero di scritte sui muri: ma erano scritte sulla cui provenienza non potevano esserci dubbi: slogan del PCI, con tanto di falce e martello, e stella.

Ma le sorprese erano maggiori a Sampieri, dove ha sede la stazione dei carabinieri. Il maresciallo Scala non dava il tempo di interromperlo: “Allora, in che epoca viviamo? Un cittadino non è libero di far ciò che vuole, di divertirsi? Ben inteso purché non dia fastidio a nessuno. Ma mi dica lei se si può pretendere che a tanti pacifici cittadini, a tanti giovani che vengono per divertirsi, per fare il bagno, si può chiedere questo e quello? Sono finiti per fortuna certi tempi, ma a qualcuno questo forse dispiace”.

Siamo perplessi. Come è potuta venire fuori la notizia, che indubbiamente rimbalzerà, e a chi non può controllare di persona sembrerà che sia stato scoperto un pericolosissimo covo di cospiratori pronti a tutto, un covo in cui, si faceva capire tra le righe, orge e droga erano di casa?

Lo chiedo a lei – continua il maresciallo – lo chiedo a lei: a chi può interessare diffondere notizie così allarmistiche? La gente legge, e pensa chissà che cosa”.

Ma non c’è stata nessuna perquisizione?

Ma che perquisizione! Lo smentisca, dica che non è vero. Abbiamo visto un giovane che faceva il bagno sulla spiaggia di Cava d’Aliga. Già, era una faccia sconosciuta e gli abbiamo chiesto i documenti. Ha detto di averli lasciati nel villino, dove era ospite. Siamo andati lì, c’erano dei ragazzi e delle ragazze, abbiamo accertato l’identità del giovane e ce ne siamo andati”.

CAT