Giovanni Spampinato. L'Ora, 28 settembre 1972

Vittoria: a giudizio il macellaio arrestato

VITTORIA, 28 set – Si celebra oggi presso la Pretura di Vittoria il processo per direttissima contro Salvatore Barone, il macellaio 41enne arrestato nei giorni scorsi sotto l’imputazione di frode in commercio. Il Barone, che ha la sua macelleria in piazza Daniele Manin, è incorso nei rigori della legge per aver posto in vendita carne di vitellone sul cui prezzo in provincia vige da alcuni mesi il calmiere, a 2.400 lire anziché a 2.200 lire.

Sono stati i VV.UU. della squadra annonaria del Comune di Vittoria a notare che Salvatore Barone aveva esposto il cartellino col prezzo alterato. Da qui la denuncia.

La squadra annonaria di Vittoria nelle ultime settimane, al fine di combattere il carovita, ha intensificato i controlli sui prezzi e sulle qualità della merce nel settore della carne e in quello dell’ortofrutta: tra l’altro numerosi “posteggianti” del mercato ortofrutticolo sono stati recentemente contravvenzionati e denunciati all’A.G., e parecchi quintali di frutta avariata sono stati sequestrati e distrutti.

La notizia dell’arresto del macellaio ha provocato vivaci commenti fra la categoria che sostiene di non poter vendere a prezzi di calmiere senza rimetterci. Nei giorni scorsi Salvatore Cutuli, presidente provinciale dell’Associazione macellai, diceva che è stato calcolato che considerando le spese di macellazione, trasporto, ecc., la carne che i macellai acquistano a 950 lire peso morto (nelle ultime settimane ci sono stati pesanti rincari) dovrebbe essere rivenduta, per consentire un giusto utile, almeno a 3.000 lire. Le argomentazioni della categoria sono in parte accettabili, in parte discutibili. Quello che è certo – e non se lo nascondono nemmeno gli amministratori di Vittoria che sono intervenuti nel settore importando carne direttamente dalle cooperative emiliane, e ponendola in vendita attraverso gli spacci comunali e alcuni macellai che hanno aderito all’iniziativa – è che le cause del rincaro stanno molto a monte, per la scarsa produzione di carne, per l’oligopolio dell’importazione (meno di venti importatori in tutta Italia determinano i prezzi che vogliono), nella scarsa ed inadeguata attrezzatura dei mattatoi che comporta costi di macellazione spaventosamente alti.

CAT