Giovanni Spampinato. L'Ora, 30 agosto 1972

Modica: Per favorire l’amico albergatore l’area industriale diventa turistica

MODICA, 30 ago – Polemiche vivaci e decise prese di posizione ha provocato la decisione dell’amministrazione comunale di Modica (la Democrazia Cristiana ha nel consiglio la maggioranza assoluta) di permettere la costruzione di un albergo turistico in contrada Maganuco.

Maganuco, territorio di Modica, ma a poche centinaia di metri dal centro abitato del comune marinaio di Pozzallo, è da tempo al centro di accese discussioni. Dietro il campanilismo è fin troppo facile vedere concreti e cospicui interessi.

Prima si parlò del porto. “Maganuco” è stata da parecchi anni scelta come area su cui realizzare alcune iniziative industriali che permettessero l’occupazione di alcune migliaia di lavoratori. Occorreva un moderno sbocco a mare (la provincia è del tutto sprovvista di approdi, se si tolgono quelli per i piccoli pescherecci).

A lungo per il porto si adottò una tattica dilatatrice. In sostanza, dietro la discussione sulla localizzazione (se cento metri avanti o dietro, in modo che cadesse nel territorio di Pozzallo o in quello di Modica) e sulle caratteristiche (porto-isola o porto-bacino) c’era la volontà di rimandare tutto in modo da permettere alla speculazione di mettere piede a Maganuco.

Un personaggio soprattutto operò allora (come al solito) una serie di rocambolesche conversioni sostenendo disinvoltamente ora le ragioni dell’industria (alle cui sorti è direttamente interessato), ora quelle del turismo (verso cui non sembra meno sollecito).

Ora, mentre il CIPE decideva che nello zoccolo sud-orientale della Sicilia (province di Siracusa e Ragusa) dovevano sorgere industrie per 600 miliardi per una occupazione diretta di 6.000 lavoratori (150 miliardi e circa 1.500 posti di lavoro dovrebbero sorgere in provincia di Ragusa, nella zona appunto di Maganuco), il Comune di Modica concedeva disinvoltamente la licenza di costruzione per un albergo.

Chiari e inequivoci gli intenti speculativi del progetto. Tra l’altro, come fanno rilevare i deputati regionali Cagnes e Chessari, comunisti, in una interrogazione presentata all’assessore regionale allo sviluppo economico, gli amministratori di Modica hanno operato in difformità al Piano regolatore generale della loro città adottato nell’ottobre dello scorso anno. Da parte sua la Federazione del Partito socialista in un suo documento ricorda che “la scelta è stata già operata da tempo, nel momento in cui si è dato vita al Consorzio del Nucleo di sviluppo industriale di Ragusa e ci si è battuti per la realizzazione del porto di Pozzallo che presuppone un entroterra da attrezzare per la logica di ubicazione di insediamenti di carattere industriale”.

La Federazione socialista fa anche rilevare la speciosità dell’immancabile (e sospetto, in questo caso) appello alla salvaguardia dell’ambiente dagli inquinamenti: il complesso di chimica organica prevede infatti misure antinquinamento tali da tranquillizzare la popolazione.

La speculazione naturalmente non disarma, e cerca di adottare ancora quelle tecniche dilatorie che sono state fino ad oggi così efficaci da impedire serie e consistenti realizzazioni industriali.

La Segreteria provinciale della CGIL ha sollecitato l’intervento di tutti gli enti interessati al problema, facendo presente che “porterà avanti tutte le azioni atte a salvaguardare lo sviluppo occupazionale della nostra provincia”.

Nella loro interrogazione di cui si faceva prima cenno, gli on.li Chessari e Cagnes chiedono tra l’altro all’assessore “se non ritiene necessario procedere con estrema urgenza al riconoscimento dell’Area di Sviluppo Industriale del Ragusano e all’approvazione definitiva della Variante del Piano Regolatore al fine di salvaguardare gli interessi generali della collettività, sventare ogni manovra speculativa, e predisporre gli adempimenti preliminari per rendere effettivo l’insediamento in provincia di Ragusa delle attività industriali deliberate nel mese d’agosto dal CIPE”.

La ripresa politica autunnale vedrà il grosso problema di Maganuco al centro delle forze politiche ragusane. Si vedrà quali di queste forze, oltre a quelle che hanno già preso posizione, vorranno impegnarsi nella lotta per l’occupazione e lo sviluppo economico della provincia, e quante invece preferiscono rendere ancora un servizio alla speculazione privata.

Nei giorni scorsi ha visitato Maganuco l’assessore regionale allo Sviluppo Economico, Capria (socialista), che ha assicurato il suo interessamento perché i progetti del CIPE siano realizzati.

CAT