Giovanni Spampinato L'Ora, 12 settembre 1972

Albergo invece di industrie. A Modica sospesi i lavori

MODICA, 12 set – L’albergo a contrada Maganuco non si farà. I lavori iniziati dopo il rilascio della licenza di costruzione da parte del comune di Modica, sono stati sospesi in seguito alla visita dell’assessore regionale allo Sviluppo Economico Nicola Capria, che ha emesso ieri una nota al riguardo. Il sindaco (democristiano) di Modica, è stato invitato dall’assessore a recarsi a Palermo per esaminare l’intera documentazione riguardante il complesso alberghiero.

La vicenda dell’albergo in contrada Maganuco sembra così conclusa con una secca sconfitta di quanti, per meschini calcoli di corrente, avevano tentato di affossare il nucleo di sviluppo industriale che cade appunto nei territori dei comuni di Modica e Pozzallo, in contrada Maganuco. Ci sono volute le energiche prese di posizione del PCI, del PSI e dei tre sindacati per sbloccare una situazione che era divenuta scandalosa.

Il dilemma industria-turismo era spuntato fuori già alcuni mesi fa, quando si discusse la costruzione di un porto industriale che servisse l’intera provincia di Ragusa, e in particolare i nuclei di Ragusa, Pozzallo, Modica e quello previsto tra Comiso e Vittoria.

Allora lo scontro fu incentrato su argomenti che avevano insieme dell’“ecologico” e dello strapaesano. Da una parte il sindaco (democristiano) di Pozzallo minacciava una nuova Reggio Calabria nel caso che il porto si fosse costruito fuori dall’area del suo comune (ciò che voleva dire circa un chilometro di distanza dal centro urbano). (Quanto improbabili e demagogiche fossero le minacce della DC pozzallese lo dimostrano i fatti: tra i pozzallesi prevalse il buon senso rendendosi conto che ciò che interessa è che le industrie vengano, non importa se cento metri più ad est o più ad ovest).

L’argomento ecologico, sventolato nel momento in cui c’era chi attraverso l’ecologia voleva aprirsi la strada alla presidenza della Repubblica, basava le sue ragioni sull’inevitabile inquinamento che l’industria chimica (che è quella che, anche secondo le recentissime decisioni del CIPE, dovrà insediarsi nello zoccolo sud-orientale della Sicilia) provoca. Allora, sostenevano alcuni, diamo via libera al turismo, evitiamo qualsiasi insediamento industriale, e così salveremo l’ambiente.

Un discorso fatto naturalmente sulle teste delle migliaia di lavoratori disoccupati costretti ogni anno all’emigrazione.

Ma quanto poco interessassero a quei notabili le sorti dell’ambiente lo dimostrarono le violentissime polemiche all’interno della DC. Da una parte c’era chi, come l’on. Enrico Spadola, attualmente sottosegretario alla Sanità, sosteneva le ragioni dell’industria. E non a caso: l’on. Spadola è infatti il presidente del Nucleo di Sviluppo Industriale di Ragusa, e dal consolidamento del Nucleo si attende un’estensione del suo potere. Dall’altra parte altri notabili, con alla testa il già assessore regionale all’Agricoltura on. Vincenzo Giummarra, interessati unicamente a contrastare Spadola, il quale rischiava di diventare l’asso pigliatutto della DC ragusana, si misero a sostenere che non l’industria, ma il turismo poteva garantire lo sviluppo economico della provincia.

La licenza di costruzione dell’albergo, decisione gravissima in quanto il piano regolatore del grosso centro ibleo prevede senza possibilità di equivoci nella zona insediamenti industriali, è stato un estremo tentativo di forzare la mano, rendendo vani gli sforzi finora fatti per dare anche un futuro industriale alla provincia.

Il ricatto del sindaco di Modica e delle correnti democristiane a cui egli si appoggia non è passato soprattutto perché i sindacati ed i partiti socialista e comunista hanno preso decisamente posizione contro la speculazione.

CAT