Giovanni Spampinato. L'Ora, 6 settembre 1972

Prezzi. L’applicazione del calmiere rinviata a Ragusa e Vittoria

RAGUSA, 6 set – Di chi è la colpa se i prezzi aumentano? Dei bottegai, stando alle prese di posizione del governo. E le decisioni del governo sono state puntualmente applicate anche a Ragusa dal Prefetto, che ha emesso il cosiddetto “calmiere”.

Il provvedimento applicato già da una decina di giorni nei comuni di Comiso, Scicli e Modica, ha suscitato – e non poteva essere diversamente – la protesta dei diretti interessati, i piccoli commercianti, che si sono visti imposti dall’oggi al domani, margini di guadagno ridotti, sostengono loro, non permettono la sopravvivenza degli esercizi.

Da parte loro i consumatori, non meno interessati dei bottegai al problema, hanno mostrato comprensione per l’atteggiamento di questi ultimi. La considerazione più ovvia (ma non per questo meno giusta) è che se tutto rincara – e il governo sembra fare a gara con la grande industria, aumentando le tariffe di servizi essenziali come quello telefonico – da qualche parte anche i bottegai dovranno pur rifarsi.

Se un vestito costa il 10% in più di un anno fa, questi soldi non possono uscire che dalle tasche del consumatore. Quindi la soluzione sta più in alto, il controllo dei prezzi, rigoroso ed oculato, deve essere fatto all’origine, rompendo prima di tutto, la pesante ed anacronistica catena degli intermediari, che troppo spesso sono guidati da criteri di gestione puramente speculativi.

Queste considerazioni sono emerse nel corso di numerose ed affollate assemblee che si sono tenute in tutti i comuni, che sono state riprese con ricchezza di argomentazioni e di dati nei documenti della Confesercenti provinciale, che ha diretto la protesta della categoria.

La situazione oggi si presenta complessa. Il calmiere non è stato applicato in tutti i comuni. Per motivi diversi per esempio Ragusa e Vittoria hanno rinviato finora l’applicazione del provvedimento.

Da una parte si nota l’imbarazzo di imporre un rimedio che si sa impopolare quanto inutile, dall’altro la volontà di dare una risposta diversa, e positiva, al problema del carovita.

A Modica e Scicli i dettaglianti hanno sospeso uno sciopero che per otto giorni ha bloccato i mercati ortofrutticoli dei due grossi centri.

I bottegai non hanno comperato, i negozi sono rimasti chiusi o comunque sforniti di frutta e verdura. Nelle risoluzioni adottate ad unanimità dalle assemblee convocate si constata la compattezza della categoria e si definisce assurdo il provvedimento calmieristico che non risolve il problema dell’aumento del costo della vita.

A Comiso lo sciopero è durato 48 ore. In una risoluzione approvata al termine di una assemblea di esercenti e venditori ambulanti che si è tenuta nei locali della Confesercenti, rilevato che “il problema dell’aumento del costo dei prodotti ortofrutticoli è un fenomeno collegato con quello più generale dell’aumento del costo della vita, creato dall’impostazione della politica economica del governo, definisce “demagogico il provvedimento del calmiere sui prodotti ortofrutticoli tendente non ad abbassare i prezzi, ma a creare più vasta difficoltà nell’approvvigionamento dei prodotti e a scaricare le responsabilità dell’aumento dei prezzi sui dettaglianti esonerando i vari responsabili (rete parassitaria degli intermediari grossisti speculatori, importatori e monopoli)”.

Nel documento si affronta anche il problema del prezzo della carne: “i bovini da macello – si sostiene- hanno subìto un rincaro del 20,3 per cento all’ingrosso solo perché gli importatori (qualche

decina) controllando il mercato di importazione d ella carne hanno voluto aumentare sempre di più i loro grossi profitti”.

Nei comuni in cui il calmiere non è stato ancor applicato (è questo il caso del capoluogo), i piccoli commercianti sono in stato di agitazione, pronti a non comperare non appena il provvedimento dovesse diventare esecutivo.

Intanto si ha notizia di iniziative positive nel senso che sembra oggi l’unico in grado di garantire insieme la difesa del consumatore dalla rapina sul salario o sullo stipendio, e il piccolo commerciante nel suo diritto di una giusta remunerazione del suo lavoro.

A Vittoria l’amministrazione comunale, mentre si adopera per potenziare il “centro di acquisto” fra dettaglianti, operante già da alcuni mesi, è stata in questi giorni promotrice della costituzione di una analoga cooperativa di acquisto tra macellai. Associandosi per acquistare, i macellai possono praticare prezzi di gran lunga inferiori a quelli oggi praticati.