Giovanni Spampinato. L'Ora, 16 settembre 1972

Ma per il giudice il più “grave” rimane il “reato d’opinione”

Giustizia e potere: dibattito a Siracusa

Alla presenza di numeroso ed attento pubblico si è svolto ieri a Siracusa il convegno-dibattito “Giustizia e potere: dove va la magistratura”. Dopo il presidente del circolo “Elio Vittorini” ha preso la parola l’avv. Umberto Di Giovanni che ha illustrato le vicende giudiziarie degli ultimi anni nel Siracusano. Dal ’68 ad oggi, dall’incriminazione cioè dei braccianti di Avola ad oggi è stata una continua escalation di procedimenti e di misure che hanno mostrato in tutta evidenza il carattere repressivo assunto dalla magistratura aretusea. Grave appare l’attuale orientamento della magistratura che presenta sempre maggiore attenzione ai cosiddetti “reati di opinione”. Grave preoccupazione suscita la notizia secondo cui verranno contestati gravi reati ai lavoratori disoccupati colpiti da mandati di cattura per la occupazione del municipio avvenuta nel maggio scorso e le bombe contro l’ufficio di collocamento e la sede della CGIL di Siracusa.

Ha quindi svolto la sua relazione l’on. avv. Salvo Riela, membro della Commissione Giustizia della Camera, il quale ha ricordato che l’attuale ondata repressiva trae origine da un ordinamento giudiziario inadeguato che risale in gran parte al periodo fascista e che ci si guarda bene dal rivedere, perché fa comodo alla classe dominante, che ha interesse a conculcare la libertà dei cittadini per conservare il potere.

Ha preso poi la parola l’avvocato genovese Giovambattista Lazagna, arrestato per le vicende connesse alle Brigate rosse di cui si cominciò a parlare all’indomani della misteriosa esplosione di Segrate. Lazagna, come ha ricordato l’avv. Di Giovanni che lo ha presentato, è in libertà provvisoria anche grazie alla forte pressione esercitata dall’opinione pubblica.

A conclusione del dibattito, su cui sarà il caso di ampliare il discorso, hanno parlato i magistrati Luigi Saraceni e Marco Ramati.

CAT