Giovanni Spampinato L'Ora, 14 settembre 1972

Per il PRG scontro in consiglio

IRAGUSA, 14 set – Il Piano Regolatore Generale di Ragusa torna in consiglio comunale. E vi torna preceduto da rinnovate, accesissime polemiche. L’importante riunione si terrà nei prossimi giorni (come al solito alla convocazione si è giunti solo per iniziativa dell’opposizione, che ha raccolto le 14 firme necessarie per imporre al tripartito DC, PSDI, PRI l’aperto confronto sul PRG: in oltre un anno di vita del nuovo consiglio, non si ricordano sedute convocate dalla maggioranza, che continua ad agire come una giunta-ombra).

Il Piano Regolatore che è stato rinviato all’Assessorato regionale allo Sviluppo economico corredato dalle “osservazioni” previste dalla legge ha però poco a che vedere con quello che passò oltre un anno fa, e che fu giudicato favorevolmente anche dalla opposizione di sinistra. Le “osservazioni” più vistose riguardano le zone di espansione. In pratica, si “consiglia” di cambiare completamente direttiva di marcia nello sviluppo dei nuovi quartieri residenziali, e di costruire su aree che nel Piano approvato risultavano dover essere riservate a verde agricolo.

La maggioranza ha tentato di minimizzare la portata della strabiliante metamorfosi. I consiglieri comunisti non sono stati però dello stesso avviso; e sono saltati fuori i retroscena di una vicenda che ha tutte le caratteristiche di un grosso scandalo. Portavoce qualificati della maggioranza tentano di confondere le acque parlando si di “giallo”, ma tralasciando di parlare delle responsabilità e degli interessi che stanno sotto.

Le cose, come ha candidamente confessato gente bene informata, sono andate in questo modo. A tutti coloro che premevano per ottenere modifiche del Piano si diceva di rivolgersi a Palermo, dove il Piano si trovava all’esame dell’Assessorato. A Palermo, tutti quelli che potevano contare su appoggi consistenti sarebbero stati quindi accontentati, e il PRG, nel giro di qualche mese, avrebbe in tal modo cambiato totalmente volto.

È solo una chiave di interpretazione degli avvenimenti, ma non priva tuttavia di attendibilità, dato che fra i proprietari delle aree che dallo strano spostamento della vasta zona di espansione si trovano favorite (da “verde agricolo” o da aree espropriabili a prezzo agricolo si passa di colpo ad aree su cui si può costruire con una elevata densità volumetrica, e da poche centinaia di lire per metro quadrato a parecchie migliaia di lire) sono quelli di persone che hanno parecchi (e ben quotati) “santi in paradiso”, e anche di membri o familiari di membri, della maggioranza. Lo scandalo, come si vede, pare proprio che ci sia. Anche se – ed è naturale – si tenta di dare alla cosa la solita soluzione, fatta di equivoci e dilazioni: si dice e non si dice, si prende tempo, si mettono in atto colpi di mano.

La battaglia in Consiglio comunale si prevede dura. In particolare il Partito comunista ha preannunciato una linea intransigente, contro la speculazione che tenta la sua ultima carta. La lunga vicenda del Piano regolatore è stata caratterizzata dal continuo insorgere di simili tentativi di fare dello strumento urbanistico che per 30 anni regolerà lo sviluppo della città di Ragusa un’occasione di grossi affari per pochi ben individuati personaggi. La maggior parte di questi tentativi (valga fra tutti il caso delle zone di villeggiatura di Marina di Ragusa) sono però falliti per la decisa azione di denuncia svolta dalle sinistre.

CAT