La storia di Giovanni a Foggia 17-18 febbraio
Mercoledì 17 febbraio, ore 18.30
Libreria Ubik Pza U.Giordano,76 – FOGGIA
“Fatti di cronaca”. Tra mafia, libertà e informazione
La storia di Giovanni Spampinato “Ucciso per aver scritto troppo”
Il giornalista Alberto Spampinato presenta “C’erano bei cani ma molto seri. Storia di mio fratello Giovanni ucciso per avre scritto troppo”, Ponte alle Grazie 2009.
Ospite Daniela Marcone, referente di Libera Foggia
Moderano l’incontro, il direttore artistico Michele Trecca, e il giornalista Piero Ferrante.
“Assassinato perché cercava la verità”. Titola L’Ora di Palermo il 28 ottobre 1972, l’indomani dell’uccisione di Giovanni Spampinato, giornalista d’inchiesta di 25 anni, corrispondente da Ragusa del quotidiano di Palermo. Nel libro “C’erano bei cani ma molto seri” (Ponte alle Grazie, 2009) il fratello Alberto, anch’egli giornalista, a quasi quarant’anni dai fatti, racconta questa storia che è la storia di tutti i giornalisti minacciati anche ai nostri giorni. Interviene Daniela Marcone, figlia del funzionario Francesco Marcone assassinato nel 1995. L’appuntamento rientra nella rassegna letteraria “Fatti di cronaca”.

 Giovedì 18 febbraio alle 10.00
Istituto Tecnico Commerciale Blaise Pascal, via Napoli km 0,700 – FOGGIA
CONFERENZA SULLA LEGALITA’
Alberto Spampinato incontra gli studenti dell’Istituto Tecnico Commerciale Blaise Pascal di Foggia, via Napoli km 0,700 71100 FOGGIA, nel corso della CONFERENZA SULLA LEGALITA’ a cui partecipano: Vicenzo Russo, Procuratore della Repubblica; Antonio Caricato, dirgente Polizia Stato, Maria Elvira Consiglio, assessore Cultura Provincia Foggia, Francesca Donatelli, prof. lettere dell’ITC PascalIL LIBRO: “Ora devo scalare le vette dei ricordi più dolorosi e spiacevoli. Vorrei fermarmi qui, ma non posso. Devo andare avanti a ogni costo”. C’erano bei cani ma molto seri – storia di mio fratello Giovanni ucciso per aver scritto troppo, potrebbe iniziare anche qui, a pagina 123. Da questo momento, Alberto Spampinato entra in quella manciata di anni “ruggenti”, come li definisce, vissuti dal fratello al quotidiano siciliano L’Ora, tra il ’69 e il ’72. E racconta, analizza, ricorda, ristende. Come il fratello Giovanni, ai tempi in cui scriveva inchieste dalla propria città, da solo, con il “grassetto” del suo nome nudo e crudo in cima ad ogni articolo. La mafia nella città “babba” di Ragusa, che “babba” non era. Gli intrecci politici che non erano soltanto politici. Gli scavi archeologici che scavi, come descrisse Giovanni Spampinato, non erano affatto. Ma per comprendere tutto questo occorre anche il prima e il dopo di quell’immersione nei fatti. La storia di una famiglia, di una città definita “l’isola nell’isola”, di una regione come la Sicilia. In un arco di tempo che va dal dopoguerra sino ai movimenti studenteschi. E che è storia d’Italia.
Alberto Spampinato ha iniziato l’attività giornalistica all’Ora nel 1973, un anno dopo la morte del fratello. Ha lavorato nella redazione di Palermo con il direttore storico Vittorio Nisticò, poi  è stato capo della redazione romana. Nel 1992 è passato all’ANSA. Da dieci anni è il “quirinalista” dell’Agenzia.