Legalità a Ragusa Vescovo incontra Prefetto e Comandante della Finanza

 Il 7 giugno 2010 si è tenuto a Ragusa il terzo incontro del ciclo “Venerdì Insieme” sul tema LEGALITA’ e COMUNITA’. Relatori: il  vescovo della Diocesi di Ragusa, Mons. Paolo Urso; il prefetto di Ragusa, dott.ssa Francesca Cannizzo e il comandante della Guardia di Finanza, Francesco Fallica.

Per gentile concessione dell’autore, pubblichiamo la cronaca di Antonio La Monica pubblicata dalla Gazzetta del Sud  mercoledì 9 giugno 2010

Vescovo, Prefetto e comandante della guarda di finanza allo stesso tavolo per discutere del rapporto tra comunità e legalità. Insomma una chiusura in grande stile per gli incontri organizzati dal Meic di Ragusa alla sala Avis, per l’occasione colma di una platea attenta e partecipe. “Essenziale – spiega il vescovo – stabilire il rapporto corretto tra legalità e comunità. Quest’ultima, infatti, non è subordinata alla prima. È la legalità che deve essere a servizio della comunità. Lo ricorda l’evangelista Marco quando fa sottolineare a Gesù che il sabato è per l’uomo e non l’uomo per il sabato”. Una visione che libera l’uomo dall’essere schiavo delle leggi e che costringe ad un confronto sempre aggiornato su questa relazione. “Il rapporto tra comunità e legalità – prosegue monsignor Urso – rappresenta un problema da sempre e per sempre poiché non può essere mai definitivamente stabilito. Ogni generazione, dunque, deve confrontarsi con la legalità”. Dunque gli spunti per un progetto nuovo. “Manteniamo vivo – avverte il vescovo – il progetto di una città solidale animata da sogni condivisi e diffusi. Noi, in qualità di esseri pensanti, sogniamo una città solidale che viva nei valori della libertà, della giustizia e della pace. Bisogna opporre resistenza alla rassegnazione che viene dalla crescente violenza. In conclusione le radici profonde della giustizia e della legalità si configurano come amore per le persone ed amore per la comunità”. Dal canto suo, il prefetto Cannizzo sottolinea le difficoltà quotidiane nello svolgimento delle proprie mansioni con riferimenti al sotterraneo svolgersi di attività criminose in una società abbastanza sana come quella iblea. Il rischio è che l’argine della legalità non regga a lungo. “Perché – si chiede la dottoressa Cannizzo – un tessuto sano ha permesso che si verificassero determinati eventi? Ovvio che l’impegno necessario non può essere accollato solo alle forze dell’ordine ma che deve essere condiviso con la cittadinanza attiva. Mi rifiuto di credere che una comunità come questa abbia bisogno di una badante”.  A far leva sul senso civico dei ragusani è anche il comandante della Guardia di Finanza di Ragusa Francesco Fallica. “Oggi – spiega – svolgere il nostro lavoro di tutela del patrimonio comune è sempre più difficile. Abbiamo bisogno di un’etica negli affari e recuperare la giustizia nell’economia. Come spiegare che per pochi grammi di hascisc si va dritti in galera mentre per falsi in bilancio di milioni di euro non si rischia quasi nulla?”. Inseguendo l’obiettivo di essere “non simpatici ma tendenzialmente giusti”, i militari della Guardia di finanza rilanciano il tema della partecipazione. “Disturbateci – conclude – perché siamo al vostro servizio. Collaborate con noi segnalandoci le irregolarità che riscontrate”.

Antonio La Monica