Lirio Abbate. L'Espresso

Sapeva riconoscere quel puzzo che rivela la presenza della mafia

Giovanni Spampinato raccontava la verità e lo faceva senza diffamare nessuno, segnalando il puzzo di mafia che alcuni siciliani avvertono fin da giovani, e che lui conosceva perché aveva nel Dna la cultura della responsabilità , e perché lavorava “con quei matti” de L’Ora, che si divertivano a fare un giornale di denuncia duro come la roccia. Suo fratello Alberto ha raccontato in un libro il coraggio di questo giovane giornalista assassinato nel ragusano, ha descritto il forte e profondo dolore dei familiari che subirono la violenza dell’omicida e il parossistico tentativo dei suoi influenti genitori di liquidare l’assassinio di un cronista di 25 anni come la morte di un cane rabbioso, riportando quel clima alla mafia, ad un miscuglio di insabbiamenti, depistaggi, contrabbando, traffici illeciti, trame nere e ad oscuri moventi e sentenze di favore per coprire l’omicidio di un bravo giornalista.