Ragusa: Attendendo il ministro Taviani…
RAGUSA, 28 mag – La visita a Ragusa del ministro per gli interventi straordinari nel Mezzogiorno, prevista per il mese scorso e rinviata quando l’on. Taviani ha avuto notizia della repentina conversione al doroteismo del suo ex-fedele Spatola, continua a suscitare commenti e supposizioni in tutta la provincia, alimentando un clima che è tra la suspense da romanzo giallo e l’attesa messianica.
Le notizie, diffuse con imbarazzo e circospezione, danno sempre per imminente l’arrivo del ministro. Ma di date non si parla nemmeno.
L’on. Taviani lascerà certamente passare la prima decina di giugno, per evitaare he la sua presenza dia una insperata dose d’ossigeno ai boccheggianti suoi ex-seguaci, fieramente osteggiati dalla sinistra e impegnati proprio in quel periodo, nella seconda tornata congressuale, per l’elezione dei delegati al congresso nazionale del partito.
I problemi sul tappeto, che attendono una risposta da parte del ministro, sono molti e gravi. Problemi specifici dell’agricoltura e dell’industria, ma anche problemi di infrastrutture a provincia di Ragusa si trova infatti, in questo settore, in una situazione fra le più infelici. In particolare, i collegamenti di qualsiasi tipo sono del tutto insufficienti, e si svolgono in condizioni di estremo disagio.
I collegamenti aerei sono assicurati (si fa per dire) dall’aeroporto “Magliocco” di Comiso. La pista e gli edifici dell’aerostazione sono in condizioni semplicemente pietose. Si notano addirittura ancora evidenti tracce dei bombardamenti alleati della seconda guerra mondiale ! In tal modo è impossibile utilizzarlo per il trasporto di merci e per farne lo scalo di voli turistici.
Manca un porto degno di questo nome. Si parla della costruzione di un porto a Pozzallo, che dovrebbe servire la progettata fabbrica per la lavorazione dell’alluminio. Ma si tratta ancora di semplici progetti, e proprio Taviani dovrà dire se la Cassa concederà i finanziamenti.
I collegamenti ferroviari non offrono uno spettacolo molto più confortante. Per arrivare a Palermo (280 km) occorrono 7 ore di viaggio. Siracusa ( 100 km) 3 ore o più.
Ma l’interesse dei ragusani, e ciò è naturale, si appunta soprattutto sui collegamenti viari, e in particolare sulla iniziata, e non più completata, superstrada Ragusa-Catania, che dovrebbe poi continuarsi con la Ragusa-Pozzallo.
L’opera riveste un’importanza particolare per la nostra provincia. Catania è infatti il centro commerciale e culturale intorno a cui Ragusa tradizionalmente gravita, e inoltre è il passaggio obbligato per accedere al confinante. Le strade attualmente utilizzabili sono due: la vecchia statale 194, solo in qualche tratto, tra Francofonte e Lentini, recentemente migliorata, e la provinciale di Morite Lauro.
Si tratta di strade strette, tormentate da curve frequenti e insidiose, che rendono il viaggio per Catania (l00 chilometri) una vera odissea, specie per i mezzi pesanti.
La “superstrada” è la grande speranza dei ragusani, continuamente sbandierata dai bigs locali e mai realizzata. Tre anni fa, venne aperto al traffico il primo tratto di 20 km., da contrada Castiglione ai piedi di Licodia Eubea, che attualmente registra un traffico insignificante.
Ne accorrerebbero altrettanti circa per congiungerla all’ultimo tratto della 194, su cui l’ANAS sta effettuando dei lavori di riammodernamento.
Il finanziamento dei lavori dovrebbe appunto venire dalla Cassa del Mezzogiorno.
Giovanni Spampinato
TOM