Giovanni Spampinato. L' Ora, 14-15 ottobre 1969

Un’azienda di asfalti che produce ‘poltrone’

Ragusa – AZASI e sottogoverno

RAGUSA, 14 ott. –

Prima ancora di entrare in attività l’ AZASI ha già tradito le attese  e le speranze che si erano create intorno ad essa. L’occupazione e lo sviluppo industriale, di cui tanto si è parlato durante nove anni di lotte per la costituzione dell’azienda, si sono rivelati un fallimento completo, sia perché l’AZASI è ben lontana dal potere risolvere questi problemi sia perché essa è ormai divenuto uno strumento politico in mano alla DC ed ai partiti del centro-sinistra (per i quali, in provincia di Ragusa, sembra che l'”industrializzazione” sia divenuta una vera e propria industria elettorale).

Nove anni sono passati da quando l’Assemblea regionale approvò la legge istitutiva dell’Azienda Asfalti Siciliani e solo ora, dopo le pressioni dei lavoratori, dovrebbe entrare in funzione il cementificio di Fargione, nato per favorire l’industrializzazione e l’espansione dell’occupazione operaia.

Ma non a caso è passato tutto questo tempo. Finora l’unica attività concreta dell’azienda è stata l’assegnazione di cariche contese fra i vari schieramenti politici in corsa per l’accaparramento di  posizioni di prestigio e di potere (c’è stata perfino, per questo una crisi nella DC di Modica, chiamata ad eleggere il rappresentante del Comune nell’azienda) e quando si è trattato di tradurre in termini operativi il programma di attività, le cose non sono più andate avanti molto facilmente. Tanto è vero che su ben 4.000 domande di assunzioni ne sono state accettate solo 80. Un ‘azienda che comincia in questo modo, non solo tradisce appieno le attese dei lavoratori ma ignora finanche il piano di sviluppo economico in cui è stata inserita la sua attività. Altro che sviluppo industriale ed espansione dell’occupazione!

La situazione, stando così le cose, è molto grave e per uscirne fuori le organizzazioni sindacali hanno indicato in due prioritari obiettivi la via da seguire :

l – determinazione dei criteri di assunzione e creazione di una commissione paritetica, composta da rappresentanti dei sindacati e dell’azienda, con lo scopo di controllare le assunzioni;

2- esecuzioni di tutti i lavori da parte dell’azienda, con esclusione di ogni forma di appalto a ditte private.

Sulla vicenda si è avuta anche una nota della federazione ragusana del PCI.

Il PCI chiede:

1 – una trattativa tra i rappresentanti dei Comuni e della Provincia, delle forze politiche e sindacali con il governo di Roma e di Palermo, l’ENI e l’ AZASI per concordare un preciso piano di investimenti che abbiano come scopo precipuo quello di promuovere iniziative industriali che assicurino una prospettiva di lavoro e di progresso ai giovani ed alle popolazioni della provincia di Ragusa;

2 – che l ‘ENI e l’ AZASI approntino con sollecitudine un piano di iniziative industriali che creino fonti immediate di occupazione per migliaia di lavoratori della provincia.

TOM