Giovanni Spampinato. L'Ora, 9 marzo 1972

Cosa preparano a Ragusa i neofascisti?

RAGUSA, 9 mar – Cosa è quel “qualcosa di grosso” cui dicono di prepararsi i fascisti di Ragusa e Siracusa? Le voci, gli indizi, le testimonianze che “L’Ora” ha raccolto e pubblicato nei giorni scorsi dimostrano che non si tratta solo di sterili sfoghi verbali degli ammiratori dei camerati Valerio Borghese e Pino Rauti, ma che sotto c’è qualcosa.

Ieri un anziano militante comunista riferendomi alcuni episodi riguardanti esponenti missini di cui era stato recentemente testimone, diceva: “Fino al ’21 nessuno a Ragusa credeva che i fascisti facevano sul serio. Anche il sindaco socialista La Carruba diceva: “ragazzate”. Poi, il 9 aprile del ’21, Pennavaria e altri fascisti spararono sui contadini e fu un eccidio. E lo stesso sindaco fu cacciato dal municipio dai fascisti con la minaccia delle armi. Ora si vuole creare lo stesso clima, e allora bisogna stare attenti”.

Emblematicamente, a significare la continuità della vocazione della violenza e sopraffazione, all’attenzione del cronista si presenta il nome di uno di quelli che nel ’21 spararono: l’avvocato Serafino Schembari, agrario. L’albergo di 250 stanze con piscina che il signor Quintavalle, già appartenenti alla X MAS del “principe nero” Valerio Borghese, diceva di aver intenzione di costruire in contrada Nunziata-Conservatore, avrebbe dovuto sorgere su terreno dell’avv. Schembari. Una strana vicenda quella dell’albergo di cui ha parlato il Quintavalle, che dice che non è sorto perché gli è stato negato il mutuo regionale. Nessuno a Ragusa sa niente di questo progetto, per cui s’è interessato a Palermo l’on. Salvatore Cilia, anch’egli “caro amico” di Borghese e Quintavalle.

Che cosa ha spinto il Quintavalle a lasciare il lavoro e a trasferirsi con la famiglia a Ragusa da Roma dove afferma che insegnava disegno o pittura in un istituto d’arte? Che significato ha la notizia della costruzione di una palestra di karate di cui egli sarebbe il finanziatore?

Intanto si fanno sempre più insistenti le voci secondo cui in diverse località della provincia di Agrigento e Siracusa, i fascisti tengono riunioni, non si sa se per discutere o per altri motivi. Oltre che nel territorio di Santa Croce e Modica ora si parla di Rosolini. E si tratta sempre di terreno appartenente ad agrari di cui sono sin troppo note le simpatie fasciste. Ma il collegamento tra le due vicine province di Ragusa e Siracusa è ancora più saldo e non è difficile immaginare che quel “qualcosa di grosso” le interessi insieme.

L’on. Cilia, ragusano, nella primavera scorsa salvò il settimanale siracusano “L’Aretuseo”, di cui era stato dichiarato il fallimento dal Tribunale di Siracusa, pagando tutte le spese e permettendogli di dotarsi di nuovi e più efficienti mezzi.

Ora, considerando il tentativo di mettere in atto la tecnica dell’infiltrazione fatta da parte dei figli del Quintavalle e di altri giovani fascisti nei riguardi di gruppi anarchici e della sinistra extraparlamentare, e le notizie sulla presenza di esplosivi, si può con ragione prevedere che i fascisti preparano qualche attentato da attribuire a questi gruppi. E ciò sarebbe, nelle loro intenzioni, uno “strumento elettorale” atto a portare loro voti. Intanto, qualche piccola bomba è esplosa a Siracusa: sembra che per almeno una di esse si sia trattato di uno “scambio di vedute” fra camerati.

CAT