Ambiente. Perché istituire il Parco degli Iblei

Ragusa, 20 ottobre 2010  –“Non sembra la Sicilia!”. Quante volte gli abitanti degli Iblei hanno sentito pronunciare questa frase al visitatore che arriva per la prima volta in questi luoghi, portandosi dietro le immagini e il timore di una Sicilia diversa.

Chi si aspetta aridità e degrado trova acqua e cura della terra, chi teme violenza e diffidenza scopre mitezza e accoglienza, chi si porta negli occhi paesaggi piatti e polverosi si ritrova ad ammirare la grandiosità delle “cave”, la dolcezza delle colline, il verde antico dei carrubeti, la luce mielata delle architetture, il ricamo infinito dei muri di pietra sull’altopiano.
Abbiamo voluto mettere in copertina la riproduzione di un quadro del maestro Piero Guccione non solo per ciò che il grande artista oggi rappresenta nel panorama dell’arte figurativa mondiale, dando lustro e prestigio alle terre iblee dove è nato, vive ed opera, ma anche perché ci piace pensare che la bellezza dei nostri paesaggi, immortalata magicamente sulle sue tele, possa restare tale grazie anche alla responsabilità che le nostre popolazioni e i nostri amministratori vorranno assumersi per la loro conservazione e tutela.
Questo video è una sintesi di questi luoghi e delle voci che li amano e li descrivono, le voci di chi vorrebbe che il Parco degli Iblei non fosse soltanto il frutto di una norma ma l’espressione di una “consapevolezza collettiva nuova” da parte degli abitanti di questi luoghi, di una condivisione di responsabilità, rispetto al territorio, che le leggi ordinarie non riescono mai a creare e a tutelare efficacemente; in assenza di questa sensibilità collettiva resterebbe la certezza della dilapidazione di un patrimonio ambientale e culturale che è la vera e irripetibile ricchezza di questa terra e della Sicilia tutta.
Non limitare i parchi alle aree impervie o di grande eccezionalità (quali i vulcani o i grandi rilievi montuosi), ma estenderli ad aree collinari e rurali di grande valore paesaggistico e antropico oltre che naturalistico, non è altro che un modo per anticipare una diversa impostazione del rapporto uomo-territorio e quindi del concetto stesso di area protetta. Negli Iblei si può appunto sperimentare tale nuova concezione e farne un laboratorio di parco non più inteso solo come museo della natura, ma come luogo dove la presenza dell’uomo e delle sue attività sia elemento compatibile con gli ecosistemi e con il mantenimento dei loro, seppur mutati, equilibri.
Il dibattito sul Parco degli Iblei è sembrato a molti un tema inaspettato e calato dall’alto, ma chi segue i fermenti culturali e associativi presenti nella società civile sa che questo argomento è oggetto di attenzione, di dibattito, di studio e di progettazione da diversi anni. Ma è solo di recente che l’idea di Parco si è configurata come un progetto concreto e percorribile, e ciò lo dobbiamo alla crescente consapevolezza della straordinarietà delle bellezze ambientali e paesaggistiche contenute nel territorio ibleo; consapevolezza dovuta in gran parte all’accresciuta visibilità del territorio apportata dal riconoscimento Unesco, ma anche dalla più alta concentrazione nazionale di set cinematografici ambientali, oltre che dalle tipicizzazioni di alcuni prodotti agricoli di eccellenza, e da un patrimonio di architetture rurali unico in Sicilia.
Tutto ciò ha messo in moto circuiti virtuosi, non solo in ambito culturale e mediatico, ma soprattutto in campo economico, nel settore della ricettività turistica e della ristorazione naturalmente, ma anche nei settori dell’agricoltura, dell’artigianato, della piccola impresa, del commercio e dei servizi. É ciò che sempre accade quando una comunità rafforza la propria identità e libera energie prima depresse dalla sfiducia o allontanate dalla fuga.
Qualcuno ci ha chiesto perchè un’azienda di software, di avanzata tecnologia, come Argo Software ha voluto produrre e finanziare la realizzazione di questo video, che parla di ambiente, di paesaggio, di agricoltura. Noi riteniamo che la credibilità e la qualità dei prodotti di qualsiasi azienda siano strettamente legate alla qualità e alla cura che una popolazione sa attribuire al proprio territorio. É per questo che riteniamo la produzione di questo video un investimento a vantaggio dell’immagine e della credibilità dell’intero mondo produttivo degli Iblei.
Il Parco Nazionale rappresenta in questa fase l’occasione unica e irripetibile affinché insieme, la politica, le categorie economiche e la società civile, al di là degli interessi contingenti, si interroghino sul futuro di questa terra. Il Parco ne è l’occasione ma è anche uno strumento concreto che può dare indirizzi e orientamenti che diano certezza a chi vuole operare sul territorio, offrire opportunità per nuove iniziative economiche e nuovo slancio a quelle già presenti, attirare le nuove risorse che l’Unione Europea destina sempre più alla qualità ambientale, rafforzare l’identità delle comunità del sud-est della Sicilia.
Il Parco Nazionale degli Iblei ha un formidabile potenziale attrattivo in grado di comunicare un’immagine complessiva di qualità che nessun altro strumento promozionale è in grado di offrire. Un parco moderno, all’interno di aree antropizzate e produttive, come avvenuto in altri luoghi, mette ordine e restituisce bellezza al territorio senza mortificarne le potenzialità produttive. Naturalmente occorre il rispetto delle diverse destinazioni d’uso delle aree del territorio, programmando con intelligenza le aree future da destinare agli sviluppi produttivi dell’industria, dell’artigianato e del commercio, fermando l’attuale uso disordinato del territorio che impedisce il vero sviluppo. Come sempre occorre l’intelligenza degli uomini e, non ce lo nascondiamo, ce ne vorrà molta, ma se questa ci sarà il Parco potrà evitare l’altro grande rischio di far nascere un ulteriore carrozzone burocratico, diventando invece un agile sportello unico cui gli operatori economici potranno rivolgersi evitando le lungaggini burocratiche attuali.
É troppo grande, è stato detto. Sì, è un grande parco perché non è solo il parco della natura selvaggia, che tuttavia c’è ed è quella delle cave e dei boschi, ma è anche il parco dove lavorano e vivono i nostri agricoltori, che sono poi quelli che hanno fatto la storia di questa terra, quelli cui dobbiamo la cultura e la laboriosità della nostra popolazione, quelli cui destinare un maggiore sostegno al loro impegno di produttori e di custodi del territorio.
L’area degli Iblei, per la sua storia e le sue attuali caratteristiche culturali, ambientali e produttive, per l’unicità delle sue architetture barocche già patrimonio Unesco, può essere un luogo deputato e ideale per iniziare l’attuazione di un laboratorio dove coniugare salvaguardia dell’ambiente, patrimonio culturale, qualità della vita e ricchezza economica, proponendosi come modello per l’intera regione siciliana.
Solo così si potrà diffondere nel resto d’Italia e nel mondo un’altra immagine di Sicilia, laboriosa e gentile, rispettosa degli uomini e della natura, non più luogo di povertà e di degrado, ma luogo di parsimonia e di prosperità, di affermazione dell’armonia e della bellezza… ovvero delle cose che danno qualità alla vita.
Lorenzo Lo Presti, Presidente Argo-Software